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BELLEZZA = CRUDELTÀ...
NON SEMPRE, MA ATTENTI AI "TRUCCHI"


Approfondimenti:
Link: Un tragico esempio di sfruttamento degli animali per la bellezza e la medicina naturale: le fattorie della bile
Documento word: Un esempio negativo: la Procter&Gamble
Documento PDF: Un esempio negativo: la Procter&Gamble
Link: LA TRAGEDIA DEGLI ORSI CINESI: notizie sulla loro liberazione (AnimalAsia)


OLS consiglia:

La Bottega Vegana


CONSUMO CRITICO

Una guida per scegliere consapevolmente quali prodotti acquistare.

Articolo: Consumo critico: suggerimenti ed informazioni utili
Articolo: Iniziativa "cibo per animali senza crudeltà"
Articolo: attenti a cosa regalate al vostro amico peloso
Articolo: Bellezza e crudeltà
Articolo: Prodotti cruelty free, liste positive, liste negative, additivi e molto altro
Articolo: Domande e risposte (FAQ), delucidazioni, modulo da inviare alle aziande
Documento: Piccolo Manuale del Consumatore Critico Animalista (pdf 400Kb)
Ricette per detersivi e cosmetici vegan fai-da-te (PDF 50 Kb)

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LA SITUAZIONE ATTUALE

Da settembre 2004 c'è stato il bando al commercio di cosmetici testati su animali fuori dall'Unione quando esistono metodi alternativi - In Italia la normativa è recepita a partire dall'11 marzo 2005; Dal 2009 ci sarebbe il bando totale del commercio per i cosmetici ottenuti tramite la maggioranza dei test su animali; dal 2013, bando totale ma eventualmente derogabile. Rimane aperta la questione del marchio unico certificato che offre garanzie sicure sul "non testato".

CHIARIMENTI SUL RECEPIMENTO IN ITALIA DELLA NORMATIVA EUROPEA CONTRO I PRODOTTI COSMETICI TESTATI SUGLI ANIMALI

L'annuncio del Governo e della stampa:

VIETATA LA VENDITA DI COSMETICI TESTATI SU ANIMALI
E' stato approvato, in via definitiva dal Consiglio dei Ministri n. 193 del 3 febbraio 2005, un decreto legislativo in materia di prodotti cosmetici che rende non commercializzabili i prodotti testati su animali, obbligatoria l'indicazione del periodo di validità che fa seguito all'apertura del prodotto, proibita l'utilizzazione
di sostanze classificate come cancerogene, mutagene o tossigene, obbligatoria l'indicazione in etichetta di alcune sostanze. Il provvedimento prevede, a partire dall'11 marzo 2005, il divieto del commercio di prodotti con etichettatura non conforme, mentre quelli già immessi sul mercato potranno essere venduti fino all'esaurimento delle scorte.

Link al sito del Governo dove è stato pubblicato il dossier relativo al recepimento della normativa

IL NOSTRO COMMENTO:

Il testo pubblicato sul sito del Governo potrebbe far pensare che la sperimentazione su animali per la produzione di cosmetici sia finalmente stata proibita, una volta per tutte.

Purtroppo così non è.

Il decreto ministeriale (che arriva con 6 mesi di ritardo rispetto a quello già entrato in vigore nella maggioranza degli altri Paesi UE) si riferisce infatti solo al PRODOTTO, cioè alla fase di lavorazione durante la quale le materie prime vengono trasformate in crema, ombretto, shampoo ecc... Il decreto NON si riferisce invece alle MATERIE PRIME che, se di nuova formulazione, devono essere testate su animali OBBLIGATORIAMENTE (direttiva 76/768/CEE). Questo obbligo è stato del resto ribadito dalla direttiva CEE del 27 gennaio 2003 che autorizza la sperimentazione su animali per ingredienti cosmetici fino al 2009 e, per tre test in particolare, fino a data da definirsi.

Poichè i test su animali per i "prodotti" (finiti e semilavorati) non sono più obbligatori da quasi 30 anni e poichè nessuna azienda ha voglia di spendere denaro inutilmente, se si escludono possibili eccezioni da parte di alcune grosse multinazionali, il decreto non introduce in realtà alcun cambiamento sostanziale rispetto a quello che da tempo già avviene, in Italia come nel resto dei Paesi europei: le aziende non testano nel corso del processo produttivo ma acquistano ed utilizzano materie prime che sono testate su animali da laboratori specializzati.

In sostanza, l'unico risvolto positivo di questo decreto sarà la graduale scomparsa dall'etichetta della dicitura attestante che il prodotto (finito) non è testato su animali, dicitura che non ha mai garantito nulla e che tanta confusione è riuscita a creare. Ai consumatori animalisti non rimane che continuare ad affidarsi ai prodotti di erboristeria e, in particolare, al nostro elenco di aziende "no-cruelty".


GUIDA AI PRODOTTI COSMETICI NON TESTATI SUGLI ANIMALI

Guida a cura di Antonella De Paola, l'autrice del libro: "Guida ai prodotti non testati su animali" (http://www.oltrelaspecie.org/depaola.htm)


Cinquantamila animali l'anno muoiono sfigurati da rossetti, intossicati da profumi, bruciati da creme. Eppure sono più di 8.000 gli ingredienti già disponibili per le aziende e centinaia i metodi alternativi di ricerca... Diversi sondaggi svolti in tutta Europa hanno dimostrato che la maggioranza delle persone non crede che sviluppare ancora nuovi cosmetici sia un motivo valido per giustificare l’uccisione di animali. Nonostante questo, il divieto di vendita di cosmetici sperimentati su animali previsto per il 1998 da una Direttiva europea, ottenuta negli anni scorsi grazie ad una grande Campagna internazionale condotta dalle associazioni animaliste, è stato posticipato e rischia di slittare ulteriormente: una scelta che condanna, fra atroci sofferenze, più di 275.000 animali, quasi 150 al giorno.

Glossario:
LD50: test di tossicità di una sostanza chimica consistente nel somministrare tale sostanza in quantità crescenti a gruppi di animali fino a stabilire la quantità sufficiente per uccidere la metà degli animali cui è stata somministrata. Può essere usato per la valutazione della tossicità acuta ma anche cronica.
Draize Test oculare: metodo di valutazione della capacità di una sostanza di irritare i tessuti dell'occhio umano, consistente nell'instillare la sostanza negli occhi dei conigli albini per poi esaminare a distanza di vari giorni i danni che essa provoca ai tessuti dell'occhio.
Draize Test cutaneo: metodo di valutazione della capacità di una sostanza di irritare la cute umana consistente nell'applicare la sostanza in esame sulla pelle depilata ed abrasa di animali (in genere conigli o cavie) per poi valutare a distanza di tempo l'irritazione provocata.
Test di cancerogenicità: test finalizzato a stabilire se una sostanza è o meno cancerogena (per gli animali su cui si sperimenta, non per l'uomo, ovviamente). Generalmente vengono usati roditori ai quali viene fatta ingerire o inalare la sostanza per un periodo anche di diversi anni. In seguito gli animali vengono uccisi e sottoposti ad autopsia per stabilire la presenza di eventuali tumori nei loro tessuti.


Sono passati oltre 8 anni e l’abolizione non è ancora entrata in vigore nonostante siano stati ratificati scientificamente tre metodi di sperimentazione alternativi. Non solo le associazioni animaliste ma anche l’autorevole Parlamento di Strasburgo ha condannato i rinvii affermando che “la Commissione europea dà ripetutamente la precedenza ai profitti dell’industria tralasciando la sofferenza e la vita degli animali, ignorando l’opinione pubblica”. La Commissione Europea ha ora proposto di sostituire il bando alla vendita con un semplice bando ai test cosmetici animali; se tale indicazione venisse accolta si avrebbe come immediata conseguenza il trasferimento dei laboratori al di fuori dei confini dell’Unione Europea non risolvendo così in alcun modo il problema. Una argomentazione diffusa a favore dei test cosmetici sugli animali sostiene la necessità di garantire sicurezza ai consumatori. E’ quindi importante sottolineare che il bando della vendita di nuovi cosmetici testati sugli animali non compromette in alcun modo la sicurezza dei cosmetici per i consumatori. Le società possono introdurre nuovi prodotti sul mercato solo se questi corrispondono ai severi requisiti di legge sulla sicurezza.

Dal 1976 è obbligatorio per legge (Direttiva europea 76/768/EEC) sperimentare su animali gli ingredienti dei prodotti cosmetici. Non è attualmente possibile commercializzare un prodotto cosmetico se i suoi ingredienti non sono stati testati su animali.


LEGGI
COSMETICI

Decreto Legislativo 24 aprile 1997 n.126
"Attuazione della direttiva 93/35/CEE recante la sesta modifica alla direttiva 76/768/CEE concernente il ravvicinamento delle legislazioni degli Stati membri relative ai prodotti cosmetici e della direttiva 95/17/CE recante modalità di applicazione della direttiva 76/768/CEE riguardo alla non iscrizione di uno o più ingredienti nell'elenco previsto per l'etichettatura dei prodotti cosmetici" in GU n.112 del 16.5.1997
Attenzione: la Commissione Europea ha presentato una proposta di VII emendamento alla Direttiva "base" sui cosmetici 76/768/CEE, pubblicata in GUCE L262 del 27.9.1976, votata dal Parlamento Europeo in prima lettura con modifiche il 3 aprile 2001.

Direttiva 2000/41/CE della Commissione del 19 giugno 2000
che rinvia per la seconda volta il termine per il divieto della sperimentazione animali di ingredienti o miscele di ingredienti per prodotti cosmetici. Pubblicato in GUCE L145 del 20.6.2000.
Attuata con Decreto Ministeriale Sanità del 6 luglio 2000 e pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.194 del 21.8.2000

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Esistono però delle ditte che dichiarano con la dicitura "Prodotto non testato su animali", di non compiere esperimenti su animali.

Com'è possibile?
Possono farlo, in quanto la legge non richiede che venga testato il prodotto finito, ma ciò non toglie che gli ingredienti che lo compongono siano stati testati da altre ditte (ad es. le ditte fornitrici degli ingredienti).
Un altro modo di aggirare la legge forse il più diffuso è quello di utilizzare ingredienti non nuovissimi; non è infatti necessario sperimentare di nuovo su animali ingredienti che sono stati già testati da un'altra ditta anni prima.
In sintesi: chi dichiara di non testare su animali, nella maggior parte dei casi, utilizza ingredienti che altre ditte hanno testato sugli animali precedentemente.

SUL TEMA...
  :: Guida ai prodotti non testati su animali