Estratto del messaggio del 08/10/2003 alla mailing-list di Oltre la specie

 

 

 

 

Il Consiglio Comunale di Busto Arsizio anche grazie alla pressione degli animalisti ha approvato un emendamento che di fatto blocca l’apertura nella locale università di un laboratorio per la sperimentazione animale, per fortuna per ora sembra tutto risolto e quindi ringraziamo il Consiglio Comunale per questa saggia decisione.

 

 

A: [email protected]; [email protected]

 

Cc: [email protected]

 

E in Copia nascosta (Bcc o Ccn) a: [email protected]

 

 

 

Lettera tipo:

 

Oggetto: ringraziamenti

 

Ai Consiglieri del Consiglio Comunale del Comune di Busto Arsizio,

 

Con la presente intendo ringraziarvi sentitamente per la saggia e responsabile decisione di approvare la mozione presentata in Consiglio Comunale atta a scongiurare l'utilizzo di animali non umani per motivi di ricerca presso la locale università.

 

La speranza è che tale decisione rimanga ferma nel tempo e che non si possa verificare mai la tragica eventualità dell'apertura di un ennesimo centro di sperimentazione causa di sofferenza per gli animali non umani.

 

Grazie di cuore per quanto avete deciso.

 

Cordialmente

 

Nome e Cognome

Città

 

 

 

 

Gli amici dell’ ATRA CDA di Lugano ci scrivono per denunciare la decisione del Comune di Locarno di costruire un acquario, secondo l’amministrazione della città elvetica potrebbe essere motivo di turismo, secondo noi è sicuramente un nuovo lager subacqueo per animali selvatici (compresi gli squali) che patiranno numerose sofferenze, aiutiamo i nostri amici animalisti svizzeri:

 

 

A: città@locarno.ch

 

Cc: [email protected]; [email protected]

 

E in Copia nascosta (Bcc o Ccn) a: [email protected]

 

 

 

Lettera tipo:

 

 

Oggetto: Non costruite l'acquario di Locarno

 

 

Egregi Signori,

 

La notizia secondo cui il Municipio di Locarno appoggerà la costruzione di un acquario Sea Life sul suo territorio, lascia stupiti e perplessi. Con questo progetto il Municipio compie un grave passo indietro nei riguardi della cultura di protezione e rispetto degli animali e dell’ambiente che caratterizza la regione.

Per gli animali, perché gli acquari non sono altro che degli zoo di cui nessuno ha bisogno e non sono altro che l’ennesimo sfruttamento di animali per il tornaconto umano. Prigioni di vetro per animali condannati all’ergastolo pur essendo innocenti. Zoo acquatici in cui si condanna a morte certa animali come gli squali, abituati a percorrere migliaia di km attraverso mari ed oceani. Rappresentazioni di una natura violentata e costretta in spazi mai sufficienti, per educare nel modo più sbagliato le nuove generazioni.

E per l’ambiente. 2003, anno internazionale dell’acqua. Sembra proprio che questo messaggio sia rimasto lettera morta per Locarno. Dopo un estate torrida che ha costretto diversi comuni e migliaia di persone in Ticino a razionare l’acqua per far fronte alla siccità e vista l’incognita che ci riserva il futuro per quanto riguarda le condizioni climatiche sempre più imprevedibili, quale idea migliore se non costruire un bell’acquario?

Non contate su di me, la mia famiglia, i miei amici e conoscenti quali turisti nella città di Locarno e precisamente quali utenti dell’acquario. Non saremo di certo noi a finanziare progetti e business che minacciano ambiente e fauna per fare arricchire l’essere umano.

 

 

Nome e Cognome

Città

 

 

 

 

Uno sconvolgente articolo apparso su Civiltà Cattolica organo ufficiale dei Gesuiti parla degli animali non umani come non se ne sentiva parlare da secoli, gli animali essendo privi di anima non hanno diritti e sono completamente asserviti alle volontà umane, ricordiamo ai Gesuiti che siamo nel 21° secolo e non ai tempi dell’inquisizione spagnola!

 

 

 

LA GAZZETTA DEL SUD
INTERNI
venerdì 3 ottobre 2003
Gesuiti: gli animali non hanno anima e diritti

ROMA – «Gli animali non hanno diritti. Il diritto è una prerogativa dell'essere spirituale». I Gesuiti tornano sul tema dei diritti degli animali con un editoriale che sembra destinato a rinfocolare le polemiche suscitate qualche anno fa da un altro articolo della «Civiltà Cattolica», che negava la possibilità che gli animali avessero un'anima spirituale. «Non è poi vero – si legge nell'articolo – che i diritti degli animali devono essere difesi dalla legge come i diritti dell'uomo. In realtà, gli animali non hanno diritti. Il diritto è una prerogativa dell'essere spirituale. E il motivo profondo è che il diritto è una prerogativa della persona, in quanto essere spirituale, e non soltanto materiale...» Secondo i Gesuiti, «in conclusione, i diritti sono legati al carattere spirituale e personale dell'uomo. Perciò gli animali, che non sono esseri spirituali e personali, non hanno "diritti". Non si può parlare in assoluto di "diritti degli animali"». La distinzione «ontologica» tra l'uomo e gli animali non autorizza però, scrivono i Gesuiti, nessuna mancanza di rispetto verso queste creature «minori». «Tutti gli esseri creati, quindi anche gli animali di ogni specie – afferma infatti l'articolo – sono stati creati da Dio perché l'uomo se ne serva per tutte le sue necessità fisiche e spirituali. Tutta la creazione è posta, quindi, in potere dell'uomo; ma non si tratta di un potere "dispotico", irragionevole e crudele, bensì di un potere "umano", che sia cioè ragionevole e rispettoso di tutti gli esseri creati, in particolare degli animali che non sono nocivi alla sua vita, alla salute e ai suoi beni». «Profondamente immorale» è ad esempio, condanna la «Civiltà Cattolica», «l'allevamento e l'addestramento di animali al combattimento fra loro, sia perché alcuni tra gli animali così allevati e addestrati costituiscono una grave pericolo per la vita e l'incolumità delle persone, sia perché la loro crudeltà è sfruttata per soddisfare e sviluppare istinti sadici e sanguinari per fini commerciali, come le scommesse».

 

 

 

Facciamo nostra la lettera di protesta del Gruppo Bairo:

 

Lettera tipo:

 

 

 A: [email protected]

 

 

Cc:

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E in Copia nascosta (Bcc o Ccn) a: [email protected]

 

 

 

Oggetto: Animali come oggetti

 

 

La "buona volontà" dei Gesuiti di stabilire ciò che è lecito o non è lecito nel comportamento dell'uomo verso gli animali, non tiene in considerazione un errore fondamentale: ritenere che tutto il creato sia a disposizione del benessere umano.

Ma se l'uomo - come è scritto nella Genesi - è "immagine" e "somiglianza" di Dio egli non può essere solo "amministratore e curatore della natura" per il proprio bene, ma deve essere come è Dio nei confronti delle proprie creature. Non deve usarle, considerandole solo dei mezzi per raggiungere i propi scopi, ma lasciare loro lo spazio nella libertà, nella vita e nella giustizia.

Ancora una volta lo specismo furoreggia nelle parole dei gesuiti che a quanto pare non vogliono credere, peccando a loro volta di superbia,  che l'Uomo altro non è che un granello di sabbia di tutto il creato

Non dovrebbero stupire per altro simili affermazioni: Giordano Bruno per avere intuito questa verità fondamentale, venne bruciato sul rogo. L'appiattimento nei confronti di sentimenti come il rispetto, la compassione, il riconoscimento di diritti ad ogni essere vivente rende lo spirito arido e indegno di essere rapportato alla similitudine con il suo Creatore.

Ritenere che i diritti sono legati al carattere spirituale e personale dell'uomo, ci riporta indietro nei secoli, all'oscuro medioevo, dove gli animali non erano altro che ingegnosi sistemi meccanici: cani e orologi ispiravano all'uomo i medesimi sentimenti.

 

Nome e Cognome

città

 

 

 

 

 

A Pisa la “mostra del cucciolo”.

Scriviamo numerosi e non limitiamoci soltanto a Pisa e Toscana. Questa piaga chiamata "mostra del cucciolo" è una realtà nazionale, che tocca ogni città d'Italia. Poveri esseri posti alla mercé di indifferenti umani che come al solito considerano l'animale un semplice "oggetto regalo".

 

 

 

A: [email protected][email protected][email protected][email protected]
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Cc: [email protected]; [email protected]; [email protected]; [email protected];

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E in Copia nascosta (Bcc o Ccn) a: [email protected]

 

 

 

Lettera tipo:

 

 

Egregi signori

 

Chiediamo che il Comune di Pisa rifiuti la mostra del cucciolo e mostri così quanto il rispetto per la vita e la compassione verso animali indifesi, sfruttati come strumento di lucro, possano rappresentare la ricchezza di una società culturalmente evoluta.

Sappiamo tutti che queste mostre comportano un'enorme sofferenza per i cuccioli, spesso provenienti da allucinanti  viaggi dai paesi dell'Est, imbottiti di farmaci per resistere allo stress. Molti di loro muoiono durante il viaggio, altri dopo pochi giorni dall'ingresso in famiglia.

Mostrare gli animali come semplici oggetti è fortemente diseducativo, soprattutto nei confronti dei bambini.

I canili sono pieni di animali abbandonati e compito primario delle amministrazioni è quello di incentivare le adozioni e non le mostre.

Ci auguriamo che la città di Pisa sia sensibile al nostro appello e che segua l'esempio di altre città illuminate rifiutando mostre e spettacoli che si basano sulla sofferenza e lo sfruttamento degli animali.

 

Nome e Cognome

città