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MESSINA: IL SINDACO ED ALCUNI SUOI COLLABORATORI
ARRESTATI
LA REPUBBLICA
9 ottobre 2003
Decapitata la giunta di centrosinistra. In manette anche un assessore
e tre consiglieri comunali. Uno è di Forza Italia
Brindisi, arrestato il sindaco Antonino
Le accuse vanno dalla concussione alla truffa
Ricercati dagli investigatori anche due imprenditori
BRINDISI - Il sindaco di Brindisi, Giovanni
Antonino, e altre 5 persone: quattro fra assessori e consiglieri
comunali della maggioranza di centrosinistra e uno di Forza Italia
sono stati arrestati da carabinieri e guardia di finanza con l'accusa,
a vario titolo, di concussione, corruzione e truffa. Nel mirino
degli inquirenti l'acquisto da parte dell'amministrazione comunale
di case nel quartiere periferico brindisino di Tuturano da destinare
ad edilizia popolare. Inoltre sono ricercati due imprenditori che
si sono resi irreperibili da alcuni giorni.
Oltre al sindaco, gli arrestati sono l'assessore comunale a Traffico
e trasporti, Nicola Siccardi e il consigliere comunale Giovanni
Di Bella. Quest'ultimo è un esponente di Città
Nuova, lista di centrosinistra. I primi due, come il sindaco Antonino,
appartengono al "Centro democratico". In manette anche
il segretario provinciale dell'Udeur, Ermanno Pierri, presidente
del consiglio comunale di Brindisi, un esponente dell'opposizione,
il consigliere comunale di Forza Italia, Marco Pezzuto (che è
anche consigliere regionale pugliese) e l'imprenditore Luca Scagliarini,
che si occupa di attività portuali.
I reati di cui sono accusate le persona arrestate vanno dalla corruzione
alla concussione e alla truffa. Di un imminente provvedimento giudiziario
nei confronti del primo cittadino Antonino si parlava già
dalla scorsa estate. Per alcune inchieste che lo vedevano indagato
- pare le stesse che oggi lo hanno portato in carcere - il sindaco
Antonino si presentò spontaneamente in procura circa un mese
fa: "Voglio fare chiarezza", disse.
A giugno 2003, infatti, Antonino aveva appreso di essere indagato
perché gli erano stati notificati avvisi di proroga delle
indagini. Le inchieste riguardavano in particolare l'acquisto di
alloggi a Tuturano da parte del Comune di Brindisi e la movimentazione
del carbone all'interno del porto. E subito dopo entrò in
polemica con la procura della Repubblica, inducendo il
procuratore, Luigi Molendini, a intervenire con una dichiarazione
a sostegno dei propri sostituti.
Il capo dell'amministrazione comunale aveva infatti denunciato
una sorta di accanimento da parte di settori della procura nei confronti
suoi e di parti della pubblica amministrazione. Ma in una nota,
il procuratore ribadì "la linea di equilibrio, dignità,
riservatezza" che aveva caratterizzato "il lavoro impegnativo
e intenso" della procura "diretto alla tutela della legalità
del territorio brindisino, sia contro organizzazioni criminali sia
nei confronti dei centri di malaffare che possono inquinare la vita
della pubblica amministrazione e dei cittadini".
Fonte: La Repubblica
L'articolo riportato potrebbe a prima vista
non interessare i diritti degli animali rimanendo solo uno dei numerosi
episodi di amministrazione collusa con il malaffare in Italia, ripescando
dal nostro archivio delle proteste però abbiamo trovato una
lettera denuncia che poi è diventata una protesta telematica
rimasta inascoltata.
Clicca
qui per leggere la denuncia
Come avrete di sicuro notato dalla denuncia
emergono i nomi proprio del Sindaco di Brindisi GIOVANNI ANTONINO
e di un consigliere comunale responsabile del canile in questione:
GIOVANNI DI BELLA quali responsabili dello stato di abbandono estremo
dei cani detenuti nel canile di Brindisi e in generale del problema
del randagismo nel territorio comunale. Ora questi signori sono
stati arrestati per crimini che esulano la nostra protesta, in ogni
caso forse un po' di giustizia per quei poveri cani è finalmente
giunta.
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