I NEMICI DEGLI
ANIMALI
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MILANO: DA DECENNI DUE VOLTE L'ANNO LA MARTESANA VIENE SVUOTATA ED
I PESCI MUOIONO
Di
seguito un breve riassunto della situazione del Canale della Martesana
ed una serie di fotografie scattate da Oltre la specie che è
intervenuta sul posto
30
settembre 2004 - Il canale della Martesana, che dall'Adda corre
fino al Po, viene chiuso due volte all'anno, a fine settembre e
verso Pasqua, per essere riaperto circa 40 giorni dopo.
Ogni volta che ciò succede, migliaia di pesci si trovano
intrappolati nell'acqua bassa e si concentrano nelle pozze che si
vengono a creare. Una piccola ditta, composta da due fratelli, si
occupa del recupero ittico, trasferendo i pesci in una cisterna
e trasportandoli all'Adda o all'Idroscalo. Le operazioni durano
circa 7 giorni e, ovviamente, riguardano principalmente i pesci
più grossi che sono più facili da vedere e catturare.
Lo spettacolo è veramente tristissimo perchè si intuisce
perfettamente che i pesci salvati sono una piccola parte rispetto
a tutti quelli che moriranno. Le operazioni riguardano innanzitutto
le zone più urbanizzate (sia perchè i cittadini protestano
per il fatto di vedere l'agonia degli animali, sia perchè,
se non recuperati, i pesci aumentano la puzza del canale che si
asciuga) poi, se ancora c'è qualche animale vivo, si passerà
a recuperare il resto.
A detta degli stessi esperti del recupero, ci sono varie e ottime
soluzioni alternative a questa incivile pratica. Come sempre si
tratta solo di volere o non volere mettere fine ad una situazione.
Se nessuno farà niente nei prossimi mesi, a Pasqua si ripeterà,
con un copione che dura da 50 anni, lo stesso, identico, terribile
spettacolo.
Cernusco sul naviglio (MI): tratti in salvo 4 quintali di pesce
(circa 2000 pesci).





E' possibile che i Comuni interessati (nel
nostro caso Cernusco sul Naviglio e Vimodrone - MI) ed il Consorzio
Villoresi (ente responsabile) non facciano nulla per ovviare a questo
scempio?
AGGIORNAMENTI:
Milano novembre 2006
SITUAZIONE NAVIGLI - VILLORESI
Nelle scorse settimane è stata firmata la convenzione
tra la scarl Navigli Lombardi e il nuovo presidente del consorzio
villoresi Alessandro Folli. Con questa convenzione si stabilisce che
spetta al Consorzio Villoresi gestire le politiche di tutela della
fauna ittica nel sistema Navigli Lombardi. Gli interventi di recupero,
a partire dal prossimo anno, saranno quindi gestiti tutti dal consorzio
di bonifica. Le urgenze e le attività di controllo e anti pesca
di frondo rimangono in capo alla Polizia Provinciale e alle eventuali
guardie ittiche provinciali.
STATO DELL'ARTE PROGETTO TUTELA FAUNA ITTICA SISTEMA NAVIGLI
E' in corso di svolgimento lo studio per la tutela della fauna ittica
nei Navigli. Si tratta della prima fase sperimentale che si svolge
sul Naviglio di Bereguardo. Tutte le informazioni rispetto allo
stato di avanzamento e le novità di tale studio possono essere
visionate collengandosi al seguente indirizzo internet link
da visitare
PROGETTO FONTANILI
Nelle scorse settimane si è svolto, nella sede del Consorzio
Villoresi a Milano, un incontro tra il presidente del consorzio
bonifica villoresi Alessandro Folli e i rappresentanti dell'AIDAA
(Lorenzo Croce), della LAC (Guido deFilippo) e Stefano Cattaneo
- esperto dei fontanili della zona del magentino.
Gli animalisti chiedevano al consorzio il ripristino, dopo 6 anni,
dell'acqua invernale nel Villoresi, in modo da garantire il rifornimento
idrico alle falde del sistema dei fontanili nella zona ovest del
milanese. Il presidente Folli ha accolto la nostra proposta (non
senza lasciarci positivamente basiti) e dai prossimi giorni l'acqua
tornerà nei mesi invernali nel Villoresi. L'acqua sarà
poi esondata in alcuni campi incolti che faranno da drenaggio per
l'immissione delle acque nella falda. La Provincia di Milano si
è accollata il costo dell'operazione (16.000 euro), mentre
i Sindaci della zona hanno sostenuto la nostra proposta.
ISTITUZIONE COMMISSIONE NAVIGLI IN ZONA 7 A MILANO
Il consiglio di zona 7 a Milano ha istituito una commissione per
la gestione delle problematiche dei navigli su richiesta del capogruppo
della lista Ferrante in quel consiglio di zona. Alla prossima riunione
della commissione saranno presenti, a nome del coordinamento delle
associazioni animaliste, Lorenzo Croce e Alessandro Zanaboni che
relazioneranno sulle attività fin qui svolte nella battaglia
animalista per la tutela dei pesci dei navigli milanesi.
Milano 05 ottobre 2004
Anche sui Navigli a Milano si presenta la stessa situazione drammatica
della Martesana: NAVIGLIO PAVESE:
Via Chiesa Rossa, altezza via Neera. La polizia provinciale ha fatto
un sopraluogo e ha deciso di non mandare nessuno. I pesci tra grandi
e piccoli sono 50 e per raggiungere l'acqua occorre una scala o
una fune. Sono già destinati a morire.
NAVIGLIO GRANDE:
- VIA LUDOVICO IL MORO altezza VIA ANDREA PONTI c'erano tre pozze.
Una si è asciugata ieri e gli attivisti hanno cercato di
recuperare più pesci possibile, una è piuttosto profonda
e può resistere ancora qualche giorno, la terza, sotto il
ponticello si sta asciugando a vista d'occhio ed è in situazione
di emergenza gravissima.
- VIA LUDOVICO IL MORO, altezza di Via MORIMONDO e NUMERI CIVICI
27 e 73 la situazione è gravissima.
- VIA LUDOVICO IL MORO, altezza numeri civici 121 135.
- Darsena: la ditta di recupero ittico è intervenuta e i
pesci rimasti sopravvivranno perché c'è abbastanza
acqua.
- All'inizio del naviglio ci sono dei punti con qualche pesce ma
anche lì forse l'acqua non si prosciugherà del tutto.
Per informazioni: [email protected]
Milano 4 ottobre 2004-10-04
COMUNICATO STAMPA LAC
STRAGE DI PESCI NEI NAVIGLI IN SECCA: PER LA PROVINCIA
DEVONO MORIRE PERCHE' IMMIGRATI SGRADITI
Lungo il corso desolato dei navigli milanesi in secca periodica,
nelle ultime pozze residue, migliaia e migliaia di pesci lottano
per sopravvivere nell'acqua sempre piu' scarsa.
Li si puo' vedere da via Chiesa Rossa, da via Ludovico il Moro.
Alcuni dei passanti sensibili chiamano i vigili, i pompieri, i veterinari
pubblici, risposta: se ne deve occupare l'Amministrazione Provinciale,
responsabile delle popolazioni ittiche. E cosa fa la Provincia?
Risponde
l' incredibile: devono morire atrocemente, questi pesci, perche'
non sono padani, non sono originari di casa nostra, sono di specie
immesse da tempo per la pesca.
Per esempio i pesci gatto. I colpevoli della loro presenza qui sono
i pescatori che li hanno disseminati dappertutto e nessuna norma
vieta loro di farlo. Adesso devono morire perche' per i nostri illuminati
responsabili delle popolazioni ittiche non vale la pena di raccattarli..
Insomma, dopo il consueto scaricabarile si arriva alla risposta
vera, precisa, tecnica: devono soffrire e morire perche' non sono
autoctoni.
Soddisfatte, anime pie?
Esistono leggi sul maltrattamento degli animali o solo gli animali
italiani doc sono protetti dalle sevizie?
Informazioni LEGA ABOLIZIONE CACCIA 02 58306583
AGGIORNAMENTI:
Breve resoconto della giornata di recupero-pesci
9 ottobre 2004
di Alessandra Galbiati
Il raduno era previsto alle ore 14 sotto i portici di Piazzale
XXIV Maggio. Con Alessandro ci siamo incontrati una mezz’oretta
prima, giusto per definire un po’ meglio le questioni logistiche
e aggiornarci sugli ultimi sviluppi. Alle 14.10 erano arrivate all’appuntamento
solo 3 persone ma alle 14.15 il gruppo dei volontari si era notevolmente
rimpolpato. Li si riconosceva dai secchielli e stivali che tenevano
in mano. In tutto eravamo 29 e poi c’erano Pietro Mezzi (l’Assessore
ai diritti animali della Provincia) e il suo stretto collaboratore,
Paolo Lozza. C’era Monguzzi dei Verdi della Regione e qualche
fotografo. C’era una giornalista della Repubblica e rappresentanti
di quasi tutte le associazioni del coordinamento (AIDAA, CEDA, Collettivo
Animalista, Gaia Animali Ambiente, Happy Vegan, LAC, LAV, LEAL,
Oltre la Specie, Vita da Cani). C’era il mitico furgone di
Oltre la Specie che trasportava le attrezzature (scale, secchi,
corde, stivali e due bidoni pieni d’acqua), l’auto di
Simone-LAV con altri fusti pronti per essere riempiti di pesci e
la macchina di Alessandro, pronta per trasportare gli attivisti
nei vari luoghi di operazione. Tre giornalisti ci hanno fatto interviste
telefoniche per sapere come stava andando l'operazione.
Il primo luogo di concentramento era a 10 minuti a piedi dalla piazza.
Era una pozza, orami ridotta ad una pozzanghera di 2 metri quadrati,
che conteneva quasi 200 piccoli pesci. Oggi, mentre sto scrivendo,
24 ore dopo il nostro intervento, la pozza si è totalmente
prosciugata e se non fossimo intervenuti ieri tutti quei piccoli
animali che da giorni e giorni sopravvivevano ammassati gli uni
sugli altri sarebbero morti.
Strategicamente non è stato il punto più spettacolare
da cui cominciare il soccorso. Mi spiego meglio: questo era il punto
in cui c’era la massima emergenza ma agli occhi di giornalisti
e politici forse questa piccolissima pozza non dava l’idea
del dramma della situazione dei pesci nei Navigli. Per avere l’idea
della strage, basta pensare che ieri abbiamo raccolto tra i 2500
e 3000 pesci in 5 diverse pozze (due delle quali piuttosto grandi
e profonde 20-30 cm). Se pensiamo che in 3 km lineari, dopo già
due settimane di secca, abbiamo recuperato così tanti animali,
possiamo facilmente immaginare quanti ne sono già morti o
ne moriranno nelle centinaia di km di canalizzazioni che collegano
Adda, Ticino e Po.
Il gruppo dei volontari si è diviso in 4 squadre che hanno
operato in 5 differenti punti del Naviglio Grande e del Naviglio
Pavese. I pesci, pescati coi retini e sacchetti, venivano provvisoriamente
raccolti nei secchi e poi trasbordati nei grandi bidoni sul furgone
o sull’auto di Simone. Un signore, residente in zona Via Neera,
dopo aver visto al lavoro il gruppo di “divieto d’accesso”
e “happy vegan" è sceso anche lui nel Naviglio
a dare una mano a raccogliere animali, felice di aver incontrato
qualcun altro che provasse la sua stessa compassione. Abbiamo avuto
apprezzamenti positivi da altre persone che ci hanno detto “finalmente
qualcuno che fa qualcosa; spesso ho telefonato per segnalare la
situazione ma nessuno ha mai fatto nulla”. Abbiamo saputo
che a volte si formano gruppi spontanei di cittadini che raccolgono
gli animali agonizzanti nelle pozze vicino a casa e li portano al
fiume o in qualche laghetto.
Altre persone, invece, hanno avuto un comportamento opposto e volevano
provocarci urlando dalle sponde del canale frasi del tipo “ma
come si fa a perdere tutto questo tempo per un po’ di pesci?
Ma non avete niente di meglio da fare? Ma poi ve li mangiate?...”
La giornata è stata faticosa e lunga. Abbiamo lavorato fino
a che non si è fatto buio. Lo spettacolo non è stato
dei più allegri dato che in due delle cinque pozze c’erano
già molti animali morti che galleggiavano a pancia in su.
Finita la raccolta nelle varie pozze, i pesci, le tre bisce d'acqua,
le lumachine, le rane e i girini e i molluschi recuperati, sono
stati trasportati in parte da me all'Adda e in parte da Simone al
Ticino. Purtroppo molti animali sono morti prima di arrivare a destinazione.
I pesci sono molto sensibili ai cambiamenti d'acqua e di temperatura
e, visto il già precario stato in cui si trovavano per mancanza
di ossigeno e per l'inquinamento della poca acqua rimasta, per molti
il trasporto è stato il colpo di grazia. Contando nel fiume
i cadaveri galleggianti sull'acqua (circa 200), e sapendo quanti
pesci stavo scaricando nel fiume (circa 1000), possiamo dire che
almeno il 20% degli animali non ha retto lo shock dello spostamento.
Se da un lato era desolante vedere questi argentei corpi morti a
un passo della salvezza, dall'altro mi consolava l'idea che centinaia
di altri animali (molto meno visibili dei cadaveri) stavano finalmente
guizzando, dopo giorni e giorni di sofferenza sotto il sole, nel
loro territorio d'origine.
Durante la giornata non ci sono stati incidenti di sorta. Solo due
persone sono state punte dai pesci gatto ma senza riportare danni
gravi, solo un po’ di gonfiore per qualche minuto...
Ci sono stati piccoli inconvenienti organizzativi (qualche tempo
morto mentre si portavano le attrezzature da un punto all'altro)
di cui mi scuso coi volontari (specialmente con quelli che sono
stati circa mezz'ora ad aspettare indicazioni su dove muoversi;
le due ambientaliste e Cinzia sono ancora molto arrabbiate? :-))
Per quanto riguarda il futuro io sono ottimista perché ho
percepito chiaramente la volontà politica di mettere fine
a queste continue e periodiche morìe di animali. Pietro Mezzi
farà in modo di essere presente all'incontro che avremo il
19 ottobre col Direttore del Consorzio Villoresi e siamo tutti sicuri
che, se da una parte (la Provincia) e dall'altra (il Consorzio)
si è veramente deciso di operare un cambiamento, il cambiamento
ci sarà. Tutti ci auguriamo che a Pasqua, data intorno a
cui dovrebbero chiudere di nuovo i canali, non muoia più
nessun animale.
Ringrazio tutti coloro che sono intervenuti alla manifestazione:
Renato che è stato il primo a scendere la ripida scala di
ferro e a mettersi al lavoro per salvare più pesci possibile;
Simone-Lac che per me è un mito dato che è ovunque,
sempre, in qualsiasi luogo ci sia qualcosa da fare per gli animali;
Alberto Happy Vegan che non fa mancare mai il suo aiuto specie se
poi c'è una birra da bere; Sara, Dora e Miki che ormai formano
un terzetto perfetto e sempre allegro; Giovanni che ha portato sane
e salve al Ticino le quattro bisce d’acqua, Raffi che ha fatto
da collaboratrice anche per tutta la fase pre e post manifestazione
e via via tutti gli altri di cui mi viene in mente solo qualche
nome (Lia, Cinzia, Giò, Viviana, Paola, Francesco, Laura...).
Un grazie particolare per i contatti coi media e per i futuri incontri
"politici", va a Giacomo Ferrara, a Guido de Filippo,
a Lorenzo Croce e a Edgar Meyer. Un grazie particolarissimo va ad
Alessandro Zanaboni, vero motore mobile dell'intera operazione che
con incredibile tenacia ha passato l'ultima settimana a monitorare
continuamente le varie pozze, portando secchi d'acqua laddove il
livello si stava riducendo drasticamente.
Le nostre speranze e i nostri pensieri sono rivolti a coloro che,
avendo autorità e potere decisionale nei vari enti che gestiscono
la fauna ittica dei canali, nel futuro prossimo lavoreranno concretamente
alla soluzione definitiva di questo problema.
Chi avesse voglia e tempo di dedicare qualche altra ora
a salvare altri pesci, è pregato di tenersi in contatto con
Alessandro che è ancora impegnato negli ultimi recuperi (almeno
per quel che riguarda le zone sotto la sua "protezione").
(02 58306583)
Sempre in questa pagina, troverete tutti gli aggiornamenti della
vicenda e il resoconto dei vari incontri con gli Enti preposti alla
tutela della fauna ittica dei Navigli
Chi venisse a conoscenza di articoli o servizi su questo problema
è pregato di segnalarlo a [email protected]
FOTOGRAFIE:







Per le fotografie di seguito si ringrazia Giovanni Barcheri

ADERENTI
AL COMITATO
Aggiornato al 21 ottobre 2004:
AIDAA
Animals Emergency
Associazione Progetto Gaia
CEDA
Collettivo Animalista
Gaia Animali&Ambiente
Happy Vegan
LAC
LAV Milano
LEAL
Movimento Antispecista
Oltre la Specie
Vita da Cani
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